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FAQ
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FAQ

In questa sezione troverai le risposte ad alcune domande tra le più frequenti, in materia di chirurgia refrattiva, cataratta, glaucoma, sindrome dell’occhio secco e la salute degli occhi.

Quali sono i fastidi post-operatori più comuni dopo l’intervento di chirurgia refrattiva?

Dopo l’intervento è possibile avvertire dolore, bruciore, lacrimazione, secchezza, sensazione di corpo estraneo nell’occhio, ma in genere questi disturbi si attenuano nelle prime 24 ore o comunque nella prima settimana. Ogni paziente reagisce in maniera diversa e anche la tecnica utilizzata influisce sul recupero post-operatorio.

Qual è la complicanza più grave che può insorgere dopo l’intervento?

La complicanza più grave dopo l’intervento di chirurgia refrattiva è l’infezione, ma è un caso estremamente raro, specialmente se si segue la terapia domiciliare prescritta e si evita di toccare gli occhi dopo l’intervento.

Quanto dura la convalescenza dopo l’intervento di chirurgia refrattiva?

L’intervento di chirurgia refrattiva è una procedura mini-invasiva di chirurgia ambulatoriale, per cui non si può parlare di vera e propria convalescenza. In molti casi i risultati sono visibili già dopo poche ore dall’intervento e benché sia consigliato il riposo nelle 24 ore successive, è possibile riprendere immediatamente le attività quotidiane, evitando sforzi fisici importanti.

Devo obbligatoriamente venire accompagnato il giorno dell’intervento?

Dopo l’intervento è vietata la guida per questioni di sicurezza. È preferibile perciò farsi accompagnare da un parente o un amico il giorno dell’intervento. In alternativa è possibile chiamare un taxi.

Posso perdere la vista con l’intervento di chirurgia refrattiva?

No. Le tecnologie a disposizione consentono di effettuare l’intervento in totale sicurezza. Può capitare che per varie ragioni non si possa correggere il difetto interamente, ma vi è sempre un miglioramento della vista rispetto alla condizione di partenza. In casi rarissimi, se si verifica un’infezione causata da patogeni particolarmente aggressivi, dopo l’intervento, questa può risultare in una opacità corneale e può essere necessario il trapianto di cornea.

L’intervento di chirurgia refrattiva è doloroso?

L’intervento di chirurgia refrattiva non è doloroso perché l’occhio viene sempre trattato con l’anestetico. Si possono avere dolori e fastidi nelle ore successive all’intervento che tendono a sparire dopo qualche giorno.

Posso correggere qualsiasi disturbo visivo con la chirurgia laser?

Con la chirurgia laser è possibile operare la miopia fino a 10 diottrie, l’astigmatismo fino a 6 diottrie e l’ipermetropia fino a 4 diottrie.

Dopo l’intervento vedrò 10/10 e dirò addio per sempre agli occhiali?

Nella maggior parte dei casi, gli occhi operati nell’arco di sei mesi sono in grado di vedere perfettamente e non si ha più bisogno di usare occhiali o lenti a contatto già subito dopo l’operazione. Se il difetto però non è stabile o esistono delle condizioni, rilevate in sede di visita di idoneità, che fanno sospettare l’impossibilità di un recupero totale delle diottrie, il chirurgo lo fa presente durante il colloquio. In rari casi può essere necessario re-intervenire ma generalmente non prima di 12 mesi dal primo intervento.

La tecnica SMILE può essere eseguita sempre?

No, la tecnica SMILE è la procedura più innovativa e che permette un recupero con tempi brevissimi, spesso 48 ore dall’intervento, con pochissimi fastidi post-operatori, tuttavia non tutti i pazienti sono idonei per questa tecnica. Il chirurgo valuterà la tecnica più appropriata durante la visita di idoneità.

La tecnica di chirurgia refrattiva Femto-LASIK è la più recente?

No, la tecnica più recente disponibile sul mercato ed esclusivamente presso il COS in Sardegna è la tecnica Relex-SMILE. La Femto-LASIK è una tecnica innovativa altrettanto valida, che permette una maggiore precisione rispetto alla PRK e alla semplice LASIK, ma risulta più datata rispetto alla SMILE. 

L’intervento può correggere difetti visivi preesistenti come miopia, astigmatismo, ipermetropia e presbiopia?

Si. Le lenti intraoculari possono avere un potere refrattivo in grado di correggere parzialmente o totalmente il difetto visivo, ma ogni caso va attentamente esaminato dal chirurgo in fase di visita pre-operatoria.

Quanto dura la convalescenza dopo l’intervento di cataratta?

Dopo l’intervento viene applicata una benda di protezione che deve essere tenuta per 24 ore. Il paziente può riprendere le attività quotidiane dopo qualche ora, usando i dovuti accorgimenti.

La cataratta può essere recidivante?

No, una volta sostituito il cristallino con la lente artificiale questa non si altera. È possibile andare incontro alla cataratta secondaria, nel 25-30% dei casi, che viene trattata con lo YAG laser.

L’intervento di cataratta lascia delle brutte cicatrici?

No, si tratta di una procedura mini-invasiva e le incisioni necessarie per l’introduzione della sonda e l’inserimento della nuova lente sono inferiori ai 3 mm.

L’intervento di cataratta è lungo e doloroso?

No, l’intervento dura circa 15 minuti e dal momento che si esegue in anestesia locale non si avverte nessun dolore. Si può avvertire un leggero fastidio durante l’intervento e bruciore nelle prime ore dopo l’intervento.

La maculopatia, la retinopatia diabetica e altre patologie oculari rendono il paziente non idoneo all’intervento di cataratta?

No, nella quasi totalità dei casi chiunque può essere operato di cataratta, tuttavia ogni caso va valutato in maniera individuale dallo specialista.

L’intervento può essere eseguito in anestesia locale?

Si, l’intervento di cataratta viene eseguito in chirurgia ambulatoriale e si anestetizza esclusivamente l’occhio da trattare.

Prima di intervenire chirurgicamente è necessario aspettare che la cataratta raggiunga uno stadio elevato?

No, molti anni fa si tendeva ad aspettare che la cataratta fosse ad uno stadio avanzato, ma oggi con le nuove tecniche si cerca di intervenire prima che il cristallino si indurisca per minimizzare i rischi e ridurre i fastidi post-operatori.

Posso curare la cataratta con una terapia farmacologica?

No. L’intervento con la sostituzione del cristallino con una lente artificiale è l’unico modo per ripristinare la corretta visione. Non esiste nessuna terapia farmacologia in grado di rigenerare il cristallino.

La cataratta colpisce di più le donne?

Si, statisticamente risultano in maggioranza perché hanno un’aspettativa di vita superiore rispetto agli uomini.

Posso sottopormi all’intervento di chirurgia refrattiva con il glaucoma?

No, il glaucoma è una delle condizioni in cui non è consigliabile l’intervento di chirurgia refrattiva perché in seguito all’intervento viene modificato lo spessore corneale.

Posso guidare e condurre una vita normale con il glaucoma?

Si, nella misura in cui la vista non è eccessivamente compromessa. Il glaucoma negli stadi iniziali non è una patologia invalidante. È possibile guidare, viaggiare, fare sport.

Posso usare le lenti a contatto con il glaucoma?

Non ci sono particolari controindicazioni per l’uso di lenti a contatto se si è affetti da glaucoma, ma è bene discuterne con l’oculista, specialmente in caso di cambio di prescrizione o trattamento chirurgico.

Posso sospendere la terapia se non tollero i colliri ipotonizzanti?

Prima di sospendere la terapia è necessario consultare l’oculista e valutare una possibile sostituzione dei colliri o se è necessario intervenire con altre tipologie di trattamento clinico o chirurgico.

Cosa succede se mi dimentico di instillare le gocce per un giorno?

È di fondamentale importanza seguire la terapia domiciliare scrupolosamente e con costanza, perché il trattamento per il glaucoma sia efficace. Per evitare di dimenticare l’instillazione delle gocce, ci si può aiutare con un diario o stabilendo una routine vicino all’ora dei pasti.

Come viene trattato il glaucoma?

Le terapie più comuni prevedono l’uso di colliri ipotonizzanti che tendono a stabilizzare la pressione oculare. Trattamenti complementari o alternativi sono il laser SLT, o per via chirurgica, la trabeculectomia o lo XEN Gel Stent.

Come faccio a sapere di che tipo di glaucoma soffro?

Esistono diverse forme di glaucoma e quello ad angolo aperto è il più comune. L’oculista è in grado di valutare la tipologia di glaucoma e la gravità con una visita specialistica completa.

Quali esami sono necessari per diagnosticare il glaucoma?

La visita oculistica completa con gli esami strumentali di base è necessaria e lo sono in particolar modo la tonometria per misurare la pressione intraoculare e l’esame della papilla ottica al biomicroscopio. Qualora  si sospettasse un glaucoma si effettueranno l’esame del campo visivo e l’OCT dello strato delle cellule ganglionari e delle fibre nervose.

Il glaucoma si può prevenire?

Si, è fondamentale sottoporsi ad una visita oculistica accurata una volta l’anno dopo i 40 anni. Questo è l’unico modo per diagnosticare il glaucoma precocemente e per poterlo trattare prima che comprometta la vista.

Se si soffre di pressione intraoculare elevata si ha il glaucoma?

Non necessariamente. Il glaucoma è molto spesso legato all’elevata pressione intraoculare, ma non è detto che chi soffre di pressione intra-oculare elevata abbia necessariamente il glaucoma.

Posso effettuare l’intervento di chirurgia refrattiva se soffro della sindrome dell’occhio secco?

L’idoneità alla chirurgia refrattiva varia da caso a caso, ma in generale qualora venga consigliato l’intervento è preferibile optare per la tecnica SMILE cha ha meno controindicazioni in caso di secchezza oculare.

Quante sedute di luce pulsata sono necessarie per ottenere dei risultati soddisfacenti?

In genere già dopo la prima seduta si nota un miglioramento dei sintomi, ma sono necessarie 3-4 sedute, una ogni 15 giorni, per un miglioramento significativo e stabile nel tempo, fino anche ad un anno.

In che cosa consiste il trattamento della sindrome dell’occhio secco con la luce pulsata?

Si tratta di un trattamento non invasivo in cui il paziente riceve alcuni spot di luce pulsata e successivamente, indossando una maschera che utilizza una tecnologia unica di fotobiostimolazione, favorisce la fuoriuscita della secrezione delle ghiandole di meibomio migliorando la qualità del film lacrimale prodotto. 

Come può essere trattata la sindrome dell’occhio secco?

Il trattamento principale e più immediato è l’uso di colliri o gel oftalmici che aiutano ad idratare l’occhio e ridurre i fastidi di bruciore e secchezza. Oggi esiste anche un’opzione innovativa con la luce pulsata IPL, disponibile al COS, che permette di agire sulla causa del problema, ripristinando la funzione fisiologica delle ghiandole dei meibomio, responsabili della produzione del film lacrimale.

Come posso prevenire la sindrome dell’occhio secco?

Purtroppo se si è predisposti, la secchezza oculare non può essere evitata, ma sicuramente una dieta ricca di omega3, la riduzione dell’esposizione agli schermi di pc smartphone e tablet e il controllo dell’umidità degli ambienti possono migliorare la sintomatologia.

Se soffro di secchezza oculare devo evitare di usare le lenti a contatto?

Le lenti a contatto tendono a peggiorare il quadro clinico di chi soffre della sindrome dell’occhio secco, tuttavia la situazione potrebbe essere risolta con l’uso di colliri o gel oftalmici per idratare l’occhio nel corso della giornata. In ogni caso è bene discutere con l’oculista sintomi e fastidi.

Come faccio a riconoscere la sindrome dell’occhio secco?

La sindrome dell’occhio secco è spesso difficile da individuare perché i sintomi come fotofobia, lacrimazione, secchezza e bruciore sono comuni ad altre patologie, tuttavia una visita oculistica completa può offrire la diagnosi corretta ed individuare il trattamento più appropriato.

La sindrome dell’occhio secco colpisce di più le donne?

Si, le donne ed in particolare quelle in menopausa tendono a soffrirne di più a causa della carenza di estrogeni. Altri fattori di rischio sono anche la blefarite, la congiuntivite, età superiore ai 50 anni, le malattie metaboliche e l’utilizzo di lenti a contatto, ma anche inquinamento e utilizzo eccessivo di schermi come smartphone, pc e tablet.

Cosa si intende per sindrome dell’occhio secco?

La sindrome dell’occhio secco è una patologia dovuta ad una disfunzione del film lacrimale dell’occhio, che può risultare carente della componente lipidica o acquosa.